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La valle del cervino, un trail infinito

Aggiornamento: 1 mar 2020


Come da consuetudine estiva sono tornato ad esplorare la valle del Cervino. Quest’anno niente Maxiavalanche, lasciata al ‘nostro’ Rustik, ormai specialista di Marathon dh e di gare a tappe, ma anche nessun giro montano con portage e grandi dislivelli. Per quest’estate ho deciso di lasciare a casa la compagnia della fatica e di apprezzare questa zona in modo differente. Come sempre il punto di riferimento della MTB da queste parti e quel Daniele Herin, fermo sostenitore delle due ruote in chiave turistica. Quindi qualche settimana prima sono iniziati i messaggi e le telefonate per organizzare il tutto; escursione, guida e obiettivi del tour. Era da tempo che volevo sperimentare come fosse possibile esplorare parte di queste valli con l’aiuto degli impianti di risalita, un bike trophy che fosse avvicinabile da molti, che coinvolgesse oltre al bike park anche le stazioni più a valle e i trails ‘natural’ che abbondano da queste parti. Il risultato è un Cervinia-Chamois e ritorno in giornata, passando per Valtournanche. Il tutto utilizzando i mezzi a fune della Cervino S.P.A., aperti nel periodo estivo.

Una giornata di free ride all'insegna del puro divertimento. Spesso i tour in cui mi cimento sono adatti a pochi; dislivelli importanti in salita, tracce non sempre ben segnalate e discese da inventare non rendono le escursioni molto friendly. Qui grazie a Red, guida di giornata, abbiamo costruito un itinerario vario, molto interessante e alla portata di un pubblico più ampio. Sentieri tecnici e molto stimolanti, risalite rapide e i paesaggi che non deludono mai, hanno creato un giusto mix.

La partenza è quella delle più classiche, Cime Bianche e via, ricalcando parte dei sentieri del Bike Park fino ad imboccare la via che un tempo ospitava un trenino, viene attraversata anche dalla Maxi, è un tratto pianeggiante capace di creare nei concorrenti allucinazioni da acido lattico che nemmeno a Woodstock sono riusciti ad eguagliare. Poi invece di tornare verso il centro di Cervinia si va avanti, il panorama si amplia, la gran Becca resta alle nostre spalle e da qui inizia l’avventura. Si attraversano sentieri di montagna, mulattiere, tratti ripidi, balconate a strapiombo sulla valle e poi si entra nel bosco. Un terreno soffice chiede solo di giocare, curve con appoggi naturali, qualche anticipo e si atterra a Valtournanche. Ovetto e via, secondo trail.


Red è una guida che sa andare in bici, teniamo un bel ritmo che diverte e permette di apprezzare i trail; ci sono le risalite confortevoli a garantirci quei momenti di pace che sono preziosi in montagna. I puristi storceranno il naso, i defender del motto ‘ la discesa bisogna guadagnarsela con fatica’ non apprezzeranno questa modalità, ma la mtb è divertimento e non tortura, quindi ogni tanto è bello anche godersi i panorami da una comoda seggiovia e pensare solo alla modalità a gravita negativa. Detto fatto, in breve siamo a Buisson, pronti a prendere la funivia che ci porterà a Chamois. Il piccolo borgo valdostano è già stato meta di alcuni giri molto suggestivi. Da qui son partito per il colle di Nanaz e sono poi arrivato anche durante un giro invernale grazie all’amico Fausto. Oggi gli impianti sono aperti e ci portano verso l’alto in tempi ridoti rispetto alle escursioni passate, tappa al lago di Lot da cui parte un bel sentiero che scede a Valtournanche e poi si risale, qualche momento di portage per arrivare in vetta alla punta Fontana Fredda e via. La discesa clou della giornata inizia qui. Si parte dai 2500 metri circa per tornare in centro a Valtournanche, sono circa 1000 mt di dislivello negativo; dove troviamo di tutto, dalle pietraie di alta montagna ai sentieri boschivi dove giocare con gli anticipi. Qui poi la natura si è divertita a realizzare una serie di tornantini infiniti che alla fine ti fanno girare la testa. Un trail perfetto, curve precise, sponte per gli anticipi e un terreno che da confidenza. Una ps già pronta per una bella ews, che per due anni approderà dall’altra parte della gran becca e chissà, magari prima o poi potrebbe approdare anche a queste latitudini. Vedo già una tappa epica, due giorni di speciali, dislivelli siderali e i biker che viaggiano fra Italia e Svizzera in una sequenza di prove che difficilmente potrebbero trovare eguali. Gli impianti ci sono e a breve il collegamento con l’alter ego svizzera sarà potenziato; dai Daniele (Herin, organizzatore della Maxiavalche ndr) pensaci un po’….

Ma dopo i sogni torniamo alla realtà, come dicevo si torna a Valtournanche, solito ovetto e si inizia a pedalare ripercorrendo la via del trenino che al mattino avevamo percorso per iniziare questa esperienza. Quindi si torna nel bike park arrivando così nel centro di Cervinia, da dove eravamo partiti qualche ora prima.

Un giro suggestivo, un bike trophy per chi abbia voglia di scoprire queste valli dall’alto, regalandosi una giornata di riding con discese che resteranno sicuramente nella mente per parecchio tempo. Un modo di interpretare l’all mountain apprezzabile da molti.

Il consiglio che do in questi casi è quello di affidarsi a guide locali; bisogna ricordarsi sempre che siamo in alta montagna, dove è facile sbagliare sentiero o non tener conto del tempo volubile che può cambiare repentinamente, oppure sottovalutare la difficoltà di alcuni passaggi, trasformando un esperienza epica in una tragedia; per cui parafrasando quello che diceva un famoso tester di moto, casco allacciato e cervello ben acceso, sempre!

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